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Storia
Regione Umbria
Corrispondente al territorio abitato dagli
Umbri, l'antica Umbria aveva un'estensione
diversa e maggiore di quella attuale. Divenuta
con Augusto la VI regione dell'Italia, comprese
anche l'Ager Gallicus, e con la riforma
dioclezianea, parte del suo territorio fu unito
alla Tuscia e parte al Piceno.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente la
regione fu percorsa e devastata dalle orde
barbariche e poi dagli eserciti bizantini. Con
l'occupazione longobarda (seconda metà del VI
sec.), cominciarono a sorgere formazioni
politiche caratterizzate da una certa stabilità,
come il ducato di Spoleto (571), che molto
presto comprese nella sua giurisdizione tutta
l'Umbria e parte delle Marche, dell'Abruzzo e
del Lazio.
Le vicende del ducato di Spoleto, che sotto i
Franchi (dal 789) divenne in pratica un feudo
dell'Impero (anche se rivendicato dalla Chiesa),
furono sostanzialmente le vicende di tutta la
regione, nella quale frattanto avevano
prosperato le sedi episcopali di Todi, Narni,
Terni, Foligno, Spello, Assisi, Gubbio, Città di
Castello, ecc. Nel X sec. alcuni territori del
ducato di Spoleto furono organizzati
dall'imperatore Ottone I in uno stato feudale
autonomo e attribuiti al conte tedesco Arnolfo
(da cui il nome di Terre Arnolfe).
Nel secolo successivo molte città umbre si
ressero con propri statuti comunali, ma molto
presto furono dilaniate dalle guerre (specie
Perugia e Assisi) e dalle lotte di fazione, che
culminarono nelle coalizioni guelfe contro gli
imperatori Federico I e Federico II (secc.
XII-XIII).
Sotto la spinta del guelfismo vittorioso e
dell'azione di riconquista del cardinale
Albornoz, condotta nel XIV sec., contro alcune
signorie affermatesi nella regione (i Gabrielli
a Gubbio, i Trinci a Foligno, i Baglioni e gli
Oddi a Perugia, i Vitelli a Città di Castello,
ecc.), l'Umbria cominciò a entrare concretamente
tra i domini della Santa Sede. Dopo le signorie
personali dei condottieri umbri Braccio da
Montone, Niccolò e Iacopo Piccinino (XV sec.),
la supremazia della Chiesa fu ulteriormente
rafforzata da Alessandro VI e da Cesare Borgia
(fine del XV sec.) e più tardi definitivamente
affermata dal pontefice Paolo III (XVI sec.).
Da quel momento la regione rimase sotto la
giurisdizione diretta della Sede apostolica fino
al 1798 quando, occupata dai Francesi, aderì
alla Repubblica Romana facendo parte del
dipartimento del Clitunno e del Trasimeno, che
venne ripristinato sotto il Regno Italico con
capitale Spoleto (1809-1815).
Tornata alla Chiesa con la Restaurazione, nel
1831 alcune sue città presero parte attiva alle
insurrezioni della Romagna, mentre nel 1848 i
patrioti umbri si batterono accanitamente per la
Repubblica Romana.
Conquistata dagli Austriaci intervenuti in
appoggio allo Stato Pontificio nel 1849, divenne
italiana con l'occupazione militare seguita dal
plebiscito del novembre 1860.
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